La primavera a Monfalcone inizia con il botto, verrebbe da dire, visti i principi espressi dal Consiglio di Stato, nell’ordinanza del 21 marzo 2024 in merito al contenzioso in atto con la comunità islamica locale. Il CDS afferma in uno dei punti cardini del suo provvedimento che l’Amministrazione è tenuta ad individuare, in contraddittorio con gli interessati e con spirito di reciproca e leale collaborazione (valori che ispirano la disciplina primaria dell’azione dei pubblici poteri: art. 1, comma 2-bis, della legge N. 01580/2024 REG.RIC. n. 241 del 1990), siti alternativi accessibili e dignitosi per consentire ai credenti l’esercizio della preghiera, prendendo in attenta considerazione le osservazioni critiche mosse dall’Associazione rispetto ai luoghi nel frattempo individuati dalla Questura (in quanto, si dice, posti «all’aperto ed ubicati in punti del tutto defilati e periferici»).
Il CDS in queste poche righe, ma che rimarranno nella storia monfalconese, sta dicendo tanta roba. Sta dicendo che il Comune è tenuto, dunque obbligato, ad avviare un confronto con le parti, non per capriccio, ma per adempiere ai propri doveri istituzionali. Ergo legalità. E richiama anche la norma a cui fare riferimento. Ricordiamo che l’articolo 1 comma 2 bis della legge 241 del 1990 così recita: I rapporti tra il cittadino e la pubblica amministrazione sono improntati ai principi della collaborazione e della buona fede. Collaborazione! Collaborare significa non imporre e neanche defilarsi, significa dialogare, significa mediare, significa cercare una soluzione condivisa. Questo deve fare chi esercita un pubblico potere, lo sta dicendo il CDS.
Il CDS in queste righe sta dicendo che va cercata una soluzione dignitosa. Per consentire il diritto alla preghiera. Soluzione dignitosa oltre che accessibile. Pregare in un parcheggio all’aperto e in un luogo estremo non è dignitoso oltre che non accessibile. Soluzione individuata dalla Questura probabilmente in fretta e furia e sicuramente in buona fede poiché ha cercato di tamponare quella falla ideologica e situazione di tensione sociale che sta connotando questa tristissima vicenda, tentando di mediare, tentando di fare quello da cui il Comune ora non più può esimersi. Le parole d’ordine dunque espresse dal CDS sono: mediazione, collaborazione, dignità, per garantire pienamente il diritto alla preghiera alla comunità monfalconese, a migliaia, dunque, di cittadini monfalconesi di fede islamica. Questo è, inutile girarci attorno.
Marco Barone