Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Non manchiamo mai di stupirci quando il Sindaco spara sentenze accusatorie puntando sempre il dito contro la storia passata. Nelle sue dissertazioni quotidiane parla e sparla, confondendo ruoli, responsabilità, storia amministrativa, limiti imposti agli enti locali, ecc. Come si suol dire: facendo di tutta un’erba un fascio.
Ma nel rispetto della stessa metrica ci permettiamo di avanzare delle osservazioni su alcuni cantieri che resteranno e segneranno il futuro di Monfalcone, traducendo in opere bibliche la manna che da un po’ di tempo cade dalla regione sulla nostra città. La disponibilità finanziaria ben si concilia con le esigenze della città e le sue opportunità di miglioramento, purché servano realmente.
In questi giorni stiamo leggendo delle vicende del punto più a nord del Mediterraneo, e impotenti constatiamo come un fiume di soldi stia alimentando un’opera di dubbia utilità.
Che la banchina del porticciolo Nazario Sauro andasse occasionalmente sotto acqua è cosa risaputa, visto che quelli di prima ogni tanto la transennavano in occasione delle varie montane invernali, ma che un’opera concepita e progettata nel 2022 faccia la stessa fine è inaccettabile, vero Sindaco?
L’opera era già nata male durante la palificazione necessaria al sostegno della platea ai piedi della nuova scalinata che raccorderà il viale al mare e che prima o dopo vedrà la luce. Primo inconveniente, i pali erano stati sottostimati e risultavano troppo corti quindi bassi, rattoppo urgente ed innalzamento (con variante?) degli stessi, a occhio per circa 50 cm. Viene da dire che dopo el ponte curto de Trieste adesso parleranno di noi per el palo curto. La posa dei pali con le conseguenti vibrazioni causò il cedimento del terrapieno sovrastante con conseguenti opere accessorie, necessarie al fine di scongiurarne il crollo. La posa della platea rivela oggi un altro problema, l’altezza sul livello del mare risulta inadeguata e il mare la inonda; si dirà che l’evento è eccezionale, ma i tecnici dell’Osmer in questi giorni confermano davanti ai tanti allagamenti delle località costiere, che la media delle maree è aumentata di 20 cm: è troppo chiedere che un’opera nuova sia progettata su questi dati evidenti? E la comunità paga, perché è bene sapere che sempre di soldi pubblici si tratta.
P.S.: Ai tempi di quelli di prima quest’opera ricca di varianti sarebbe sicuramente rimasta bloccata, ma non certo per volontà dell’amministrazione, vero Sindaco?
Ci saranno altri problemi? È possibile, visto che una platea su pali così ampia può risentire delle sollecitazioni derivanti dalla pressione che l’acqua eserciterà e che potrà provocare delle flessioni sulla struttura. Tutto questo va a interessare un’opera demaniale che era in concessione e che forse doveva coinvolgere anche altri attori.
L’eccezionalità degli accadimenti di questi giorni ci insegna che tante cose stanno cambiando, in primo luogo il clima e gli eventi ad esso collegati, e con questi bisogna rapidamente misurarsi e trovare le possibili risposte.
Il problema ci riguarda, e interessa anche il litorale. Ci pensi Sindaco. Non abbiamo bisogno di pontili e rotonde sul mare, ma dobbiamo rafforzarne le difese a mare. Oggi ci ha salvato il tanto strumentalmente criticato muro di Marina Nova, ma sappiamo tutti che quest’opera non può essere risolutiva del problema, va rafforzata e consolidata, non perché serve una passeggiata che piace a tutti, ma perché vanno completate quelle difese a mare che permetteranno lo sviluppo del Marina Monfalcone e metteranno anche in sicurezza l’intera realtà di Marina Julia.
E per fare questo non serve una passeggiata con un viceministro, ma quella con l’assessore regionale che in questa materia è competente.
Carlo Mazzarini