Confesso, l’ho letto. Tutto.
Presentato in pompa magna durante la principale rassegna culturale cittadina, il volume vorrebbe essere l’espressione autentica del pensiero anti-islamico della destra cittadina: una Summa Theologiae che (nei propositi) racchiuderebbe il pensiero autentico, motivato e composito di ciò che da anni va ripetendo il Sindaco di Monfalcone.
Il libro si presenta nella forma di intervista, proprio come le celebri questioni di San Tommaso, ma contiene anche altre parti, tra cui una prefazione di Matteo Salvini (peraltro incensato a più riprese dell’autrice), un “ritratto” del Sindaco a cura dell’intervistatore, una sorta di sintetico programma per l’Europa che verrà, e una “bibliografia” composta da 17 riassuntini di fatti di cronaca imputati a stranieri e maldestramente intitolata “catalogo degli orrori”.
Della prefazione a cura del leader della Lega… Vabbè, due paginette che probabilmente il sottoscrittore non ha nemmeno mai letto.
Null’altro da aggiungere.
Del ritratto che dire?
Una sorta di apologia semi-seria con alcune evidenti cadute di stile (il confronto tra le abitazioni del Sindaco attuale e del precedente, già letto diversi anni fa con lo stesso disgusto di oggi, e il richiamo a quel famoso minatore russo nominato Eroe del lavoro socialista).
Probabilmente queste pagine sono state aggiunte alla fine, vista la ripetitività delle risposte dell’intervista, che deve essere stata di una noia epocale. In alternativa potrebbe servire a motivare il secondo nome in copertina. È indifferente, scegliete voi.
Della bibliografia l’unica nota da aggiungere sono le mie scuse per averla definita tale. Nel libro una bibliografia non esiste, quanto viene rappresentato è solo uno scomposto tentativo di uscire dalla struttura dell’autorefenzialità.
Il “programma”, coraggiosamente intitolato “costruire il nostro futuro”, è poco più di un elenco di punti (il cambiamento è nelle nostre mani; nell’economia, nel lavoro, nelle infrastrutture; in ambito ambientale; sotto l’aspetto della globalizzazione senza regole e nella difesa dei valori occidentali).
I relativi testi sviluppano in poche (pochissime) righe argomenti che in genere occupano scaffali interi di saggistica qualificata, evidente dimostrazione di una capacità di sintesi che neanche i 10 comandamenti.
La sensazione è che si tratti di una aggiunta dell’ultima ora dovuta alla imminente candidatura europea.
Veniamo all’intervista vera e propria.
Volendo riassumere, si potrebbe scrivere questo: identità.
L’intervista finisce qui.
Il resto del testo è cosparso di luoghi più o meno comuni (le colpe della sinistra, il multiculturalismo nominato in dieci contesti differenti e spesso impropriamente, l’integrazione intesa come assimilazione – sarebbe utile inviare un disegnino per spiegare la differenza) e una ripetizione senza fine degli stessi tre concetti: le spose bambine, il rispetto della donna e l’integralismo islamico.
Sarebbe bello scrivere di questi temi, ma ci saranno altre occasioni, questo contesto toglie la voglia di farlo.
Solo una battuta sull’identità, che non si capisce bene se sia quella monfalconese, quella italiana, quella europea o quella occidentale… Perché immagino che non sfugga a nessuno che sono cose alquanto differenti, anche se in questo libro vengono usate indistintamente e secondo necessità, diciamo così.
In un recente saggio sui classici greci e romani, Maurizio Bettini così definisce l’identità: “un principio che non fa sconti agli altri, perché presuppone necessariamente l’esclusione di chi, appunto, non è identico a noi, di chi è diverso rispetto a noi.
Salvaguardare la propria identità implica la necessità di conservarsi idem, lo stesso: significa propugnare il principio che A = A, ovverosia espellere qualsiasi B che abbia la pretesa di intrufolarsi in questa uguaglianza autoreferenziale”.
Continua Bettini citando Terenzio: sono uomo, nulla di umano ritengo mi sia estraneo (Homo sum, humani nihil a me alienum puto), per spiegare che l’unica “identità” possibile è quella umana, perché ognuno di noi è potenzialmente una B rispetto a qualche altra A. Ma essere trattati da B non è mai stato molto gradevole, né trattare gli “altri” da B ha mai prodotto ottimi risultati. Nemmeno per le A.
Sono 200 pagine scritte in grande, si legge in 2 ore.
Prezzo: 20 Euro.
PS: dall’inizio alla fine, non ho mai dovuto rileggere nemmeno una riga per essere certo di aver compreso bene. Nel mio personale metodo di valutazione, questo è un pessimo segnale per un libro che si presenta come “un’analisi molto approfondita del fenomeno Islam”.
Davide Strukelj