Non gioco più, me ne vado… e porto via il pallone 2 (la storia continua…)

 

Sempre nel merito della vicenda che riguarda Isa Ambiente e il Comune di Monfalcone, di cui Il Monfalconese ha trattato recentemente, leggiamo, dal quotidiano locale più a nord del Mediterraneo, che il comune di Monfalcone, con la delibera 171 “Miglior scelta gestione del servizio raccolta e smaltimento rifiuti. Indirizzi” assunta dalla giunta municipale in data 29 maggio, si affiderà “ad un team di esperti (interni) per elaborare progetti in grado di garantire le alternative possibili per una gestione di un servizio efficiente, con costi sostenibili, ed una visione di prospettiva. Un’analisi con modelli di gestione supportati da piani industriali a medio-lungo termine. Con ciò prevedendo la possibilità di aggregazioni territoriali e con altri gestori di servizi pubblici, senza escludere possibili internalizzazioni delle attività”. Con delibera successiva, a “voti unanimi, palesemente espressi, la giunta comunale (assenti Cisint, Cauci, Maioretto, Vita) ha votato di assegnare all’avvocata Teresa Billiani del Foro di Trieste «l’incarico per l’assistenza legale stragiudiziale e per la definizione degli atti conseguenti, diretti alla difesa del Comune di Monfalcone», in riferimento a un procedimento amministrativo indicato nella relazione allegata alla delibera e segretata per «motivi di riservatezza», inerenti la società di Isa Ambiente e l’Ausir, che «potrebbe comportare un futuro contenzioso legale».

Per completezza di analisi andrebbero riprese del dichiarazioni del Sindaco di Cormons dei giorni scorsi, e già ricordate da Il Monfalconese, che parlava della necessità da parte del Sindaco di Monfalcone di avere maggiore contezza nel pubblicare numeri non corrispondenti alla realtà dei fatti e quelle ancora più precise e dettagliate apparse oggi sulla stampa da parte dell’Amministratore Unico di Isa Ambiente, avvocato Tavella,  circa la salute attuale e proiettata della società partecipata dai comuni dell’Isontino.

Giova ricordare qui che l’avvocato incaricato dal comune di Monfalcone, quella che dovrebbe far sì che si renda operativo il controllo analogo in capo a Isontina Ambiente, derubricava gli accordi ex art. 30 del TUEL (approvati da tutti i consigli comunali dei comuni soci), a meri patti tra i soci senza alcuna valenza esterna, anziché, come correttamente evidenziato anche di recente da ANAC – Autorità Nazionale Anti Corruzione -nelle linee guida pubblicate il 7 maggio 2022, pilastro fondamentale per gli affidamenti di servizi in-house providing.

Il punto centrale della questione, mai risolto dall’avvento dell’attuale sindaco di Monfalcone, è che il controllo analogo CONGIUNTO non significa che un comune, a caso, può richiedere pacchi e pacchi di documenti e informazioni, richiedere riunioni ad hoc mettendo in piedi e disfando metodi di raccolta campati in aria (ipotizzate isole ecologiche interrate che Monfalcone voleva realizzare ad inizio del primo mandato Cisint, per poi fare retromarcia viste le esperienze poco edificanti già fatte altrove), paralizzando di fatto una società partecipata anche a discapito degli altri comuni soci. Il controllo analogo congiunto va organizzato per dar modo a tutti i comuni soci (dal più grande al più piccolo) di poter incidere sulle scelte ed esercitare il controllo come se la società fosse un proprio ufficio interno.

Il Comune di Monfalcone in questi ultimi anni ha trattato le società partecipate o come mere casseforti da cui attingere (APT docet) o come enti strettamente strumentali ai propri interessi, senza un minimo di prospettiva territoriale (si vedano COSEVEG e Irisacqua).

Quando ha trovato una minima resistenza a questo delirio di onnipotenza (esercitato a onor del vero con la complicità, che si spera stia venendo meno, di alcuni comuni, Gorizia in primis), come nel caso di Isontina Ambiente, non disposta ad essere supinamente accondiscendente ai desiderata, allora ha dichiarato guerra.  C’è da sperare che nessuno inizi a ragionare su una causa per danni al comune di Monfalcone. I mancati ricavi a bilancio di Isontina Ambiente per servizi prestati, ai sensi dei contratti di servizio vigenti, e non pagati, sulle cui delibere conseguenti Monfalcone è ormai rimasta isolata, danneggia nei fatti tutti i cittadini della ex provincia di Gorizia. Necessario quindi come dicevamo nell’articolo di giorni fa non solamente capire dove Cisint voglia andare, ad esempio uscire e andare in ACEGAS, in barba ai risultati raggiunti in termini di raccolta differenziata e politiche ambientali, ma anche cosa devono fare i comuni dell’Isontino per difendere gli interessi di tutti i cittadini, anche quelli di Monfalcone.

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