Affidare uno studio come quello affidato dal Sindaco di Monfalcone sulla gestione della partecipata Isa Ambiente, dove porta se non a spendere un bel po’ di soldi pubblici?
Le ipotesi sono due: uscire dalla società oppure far saltare la stessa, che potrebbe essere il vero obiettivo, con danno per tutti i comuni soci.
Quale che sia la risposta, è sicuramente il modo migliore per gettare a mare qualsiasi possibilità di aggregazioni future che, invece, dovrebbe essere obiettivo di tutti.
Praticamente la morte della politica di gestione comune del territorio, il cui corretto esercizio vorrebbe il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati (società, comuni soci, soggetti esterni potenzialmente interessati). Circa il mancato funzionamento del comitato tecnico per il controllo analogo della società: a suo tempo c’era stato chi, l’allora sindaco del Comune di Romans, aveva proposto di costituire un ufficio unico per il controllo analogo di tutte le società partecipate dai comuni dell’Isontino. Provate a immaginare chi si era opposto? Permetteteci un aiutino: è panzanina doc (copyright del giornale più a nord del Mediterraneo). Difronte a questo scenario per niente roseo la politica, tutta, tace; difronte a questo scenario gli altri comuni, Gorizia in primis, azionista di maggioranza, tacciono, fino a questa mattina.
Leggiamo infatti dalle pagine del giornale locale la reazione del sindaco di Cormons (stesso schieramento politico di Cisint), che confuta tanti dei numeri dati dal Sindaco monfalconese per quanto riguarda la chiusura di Pecol del Lupi, dove fra l’altro anche il Comune di Monfalcone conferiva le sue scovasse identitarie. Così il sindaco di Cormons: “Sarebbe opportuno avere maggiore contezza sui numeri”.
Ma si sa, se non comanda lei… e allora non gioca più.