Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera arrivata oggi da un’affezionata lettrice.
Caro Il Monfalconese,
ho lavorato per oltre quarant’anni al comune di Monfalcone, e ho fatto parte, come rappresentante CGIL, delle RSU dello ente. Adesso sono in pensione.
Alcuni giorni fa ho letto sul giornale locale uno dei tanti articoli che illustrano con grande enfasi le tante assunzioni effettuate, i molteplici concorsi indetti dalla sindaca Cisint e dalla sua amministrazione per coprire i posti vacanti nella macchina comunale.
A questo proposito vorrei ricordare che più di una decina di anni fa era stato il ministro della Funzione Pubblica Brunetta (governo Berlusconi) ad iniziare una battaglia forsennata contro i dipendenti pubblici (i famigerati fannulloni), seguita dalle norme che prevedevano il blocco del turnover, le limitazioni alla spesa per il personale, la possibilità di copertura di posti solo con la mobilità interna al comparto (coperto un posto se ne scopriva un altro e così all’infinito!).
La conseguenza di questa politica è stato il ricorso a ogni sorta di contratti precari (co.co.co., lavoratori e lavoratrici di cooperative o di agenzie di somministrazione…) perché non ricadenti nella voce di spesa del personale, e all’esternalizzazione di importanti servizi pubblici.
Tutto questo a discapito della qualità ed efficienza dei servizi offerti alle cittadine e ai cittadini (molto spesso con un aggravio dei costi complessivi) e con il conseguente peggioramento delle condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori.
I tempi sono cambiati e sono cambiate anche le normative sulle assunzioni nel pubblico impiego. Proprio per questo mi chiedo quale grande merito può vantare oggi la sindaca nel fare semplicemente ciò che la legislazione attuale prevede in materia di personale e che fino a pochi anni fa non era consentito?
La memoria corta è una gran brutta cosa soprattutto quando utilizzata a proprio vantaggio!
Grazie per l’attenzione e buon lavoro.
Marina Zucchiatti