Nella foto: Salvatore Rino Formica
Come ebbe a dire Salvatore Formica detto Rino, celebre esponente socialista dei tempi d’oro del PSI, “la politica è sangue e merda”, e noi elettori del 2024 possiamo tranquillamente affermare che aveva ragione, quantomeno per il secondo appellativo.
Mi riferisco in particolare alle ultime elezioni europee, quelle che hanno visto eletti personaggi notevoli, assurti alla celebrità anche oltre ai confini delle ristrette cerchie, per una propaganda tutta basata sull’essere contro.
Abbiamo così assistito a comizi e dirette che di volta in volta si sono scagliati contro l’Europa, grazie alla quale l’Italia gode di condizioni economiche di vantaggio, ma che sarebbe rea di perseguitare aziende e cittadini; contro il Green Deal, un progetto di sviluppo sostenibile in linea col dettato degli accordi internazionali sottoscritti, ma reo di impedire la crescita economica; contro gli immigrati, senza i quali i settori manifatturiero e agricolo non riuscirebbero a soddisfare i fabbisogni di manodopera, ma rei di deteriorare le nostre “radici giudaico-cristiane”; contro gli omosessuali, che chiedono di veder rispettati i loro diritti, ma che sarebbero anormali…
L’elenco, purtroppo, sarebbe lunghissimo e soprattutto poco edificante per la nostra storia e cultura, diciamocelo pure, ma soprassediamo.
Quale risultato si è ottenuto?
Ebbene il popolo (inteso come massa elettorale, o meglio come quella parte di elettorato che ancora vota) ha scelto alcuni notevoli personaggi, grazie anche alle decisioni spavalde dei vari leader politici. Tra questi neo eletti spiccano sicuramente il generale paladino dell’etnia italica e, a livello locale, il Sindaco di Monfalcone.
Ma lo stupore è durato poco, perché lo spettacolo, si sa, deve garantire sempre nuovi colpi di scena e così il sindaco locale ha ben pensato di darsi un tono istituzionale degno del nuovo incarico. Come? Beh, di fatto commissariando non solo il suo Vicesindaco, che sarà il facente funzioni fino alle nuove elezioni comunali, ma anche il futuro Sindaco eletto, al netto del fatto che sia di centrodestra (fatto ovviamente scontato, nel pensiero della novella paladina dell’anti-islam).
Pare incredibile, vero? Eppure la neo Deputata europea ha già definito che fino alle nuove elezioni sarà Assessore (come se la nomina competesse a lei) con deleghe pesanti, molto pesanti, e addirittura conservando l’ufficio di Sindaco (quando si dice l’attaccamento alla poltrona, in senso davvero letterale). Al povero vice resteranno le responsabilità e uno stanzino dove appendere la fascia tricolore, sempre che almeno quella gli sia concessa in dotazione.
La neo Deputata ha anche definito il nome del suo nuovo ruolo: il pro-sindaco.
Naturalmente ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere, perché è evidente che la scelta non è casuale anzi, diciamocelo, è tutt’altro che casuale! Il nome “pro-sindaco”, infatti, ricorda molto il proconsole romano, il quale aveva specifici incarichi governativi e conseguenti autorità e, nel caso fosse un ex-console, godeva di una sorta di proroga del suo mandato. Vi dice qualcosa? Eh, credo proprio voi siate sulla strada giusta!
Quanto al prossimo eletto, che appunto si dà per scontato essere di centro-destra, ecco che la questione si fa ancora più patetica.
Eh sì, perché la neo deputata ha già deciso tutto (probabilmente anche il nome) e soprattutto ha deciso quale sarà il ruolo che competerà a lei: un assessorato con deleghe “pesanti”, ancora una volta.
E poiché ha già comunicato che sarà in città solo due giorni alla settimana, ecco che è stata automaticamente decisa anche l’agenda della Giunta, delle Commissioni e del Consiglio comunale.
Fantastico! Come a dire: qua comando io, voi potete ambire solo ad essere le mie marionette, ma quello del burattinaio è un ruolo che compete esclusivamente a me.
Sorvoliamo sul concetto di dignità, che pare essere latitante dalle parti delle marionette, e pure sull’estetica istituzionale, che pare essere del tutto assente dalle parti della maggioranza tutta, certo è che il tema formale, che è anche sostanziale, non ci pare del tutto trascurabile.
In breve, un Assessore (autonominato) che decide e si comporta da Sindaco, di fatto gestendo l’amministrazione comunale per interposta persona, definendo nomine, incarichi, politiche e indirizzi, e senza nemmeno vergognarsi di dirlo pubblicamente, fa il Sindaco de facto, o no? E se lo fa, viola qualche norma, o no?
Sappiamo che il nostro Paese, ahimè, talvolta pecca di lungimiranza su questi aspetti, spesso considerati marginali, ma a noi un dubbio viene. Un grosso dubbio.
Chissà se la politica, prima o poi, riuscirà a superare la definizione affibbiatale da Salvatore, detto Rino, Formica. Per ora ci pare che i tempi non siano del tutto maturi, ma questa, è chiaro, è solo un’opinione.
Davide Strukelj