La piazza di Monfalcone

Sei milioni di euro. Sono tanti, vero? Eh sì, sono 4.000 stipendi da 1.500 euro. E siccome una persona riceve circa 500 mensilità nella sua vita lavorativa, è un po’ come dire che 8 lavoratori hanno faticato per la loro intera esistenza per guadagnare i famosi 6 milioni di cui sopra.
Davvero tanti soldi.

E per cosa sono serviti nella nostra città? Beh, per “ripiastrellare” la piazza e abbattere un pochi di lecci che ci regalavano decoro urbano e ombra. Peraltro c’è da dire che le nuove “piastrelle” scelte dall’Amministrazione e i manufatti che hanno sostituito gli alberi, ovvero un finto pilo veneziano e un finto “feral” austriaco, hanno regalato alla cittadinanza una piazza anonima ed esteticamente discutibile, ma si sa: de gustibus…

Forse però questo inutile, se non dannoso, sperpero di denaro, che perde sostenitori ad ogni piè sospinto, inizia ad essere un punto debole nella narrazione autocelebrativa del governo monfalconese.
È così ecco la boutade che tutto risolve: i lavori di prima (cioè eseguiti nel buio medioevo delle precedenti amministrazioni…) erano incompleti, inadatti e pericolosi. Insomma: assenza di solette, sabbie non separate e tubature di vario genere hanno rappresentato un grave pericolo per tutti questi anni; prova ne sia che… Vabbè, non è successo nulla, però… Però adesso è tutto fatto “molto benissimo” e i cittadini possono vivere sereni e felici, ecco!

Che la piazza di oggi (peraltro ancora lontana dall’essere completata) sia una costosissima e arida spianata è ormai sempre più evidente.
Che la città potesse utilizzare in maniera più proficua 6 milioni di euro è chiaro a tutti.
E che la escusatio non petita sia, appunto, non richiesta, lo sanno anche i bambini.

Insomma, tanti soldi pubblici spesi male in una città che necessiterebbe di ben altro per fare fronte alle molte criticità di oggi e di domani…

Gli 8 lavoratori, che questa estate passeggeranno sulla nuova piazza arsa dal solleone, forse, si chiederanno se la loro vita lavorativa sia valsa questa opera pubblica.
A noi, sinceramente, a giudicare dal risultato che si prospetta, pare si tratti di denari mal spesi, escusatio non petita inclusa.

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