Senza scomodare Esopo con la sua notissima metafora della montagna che ha partorito un topolino, è sufficiente riandare a una classica espressione del dialetto triestino e bisiaco che viene comunemente utilizzata per indicare una persona che non è in grado, o non è capace, di fare qualcosa ed è meglio che lasci perdere.
È questo sicuramente il caso della Sindaca più a Nord del Mediterraneo e i collegamenti di trasporto pubblico marittimo in partenza e arrivo a Monfalcone.
Dal 2018, ogni giorno, sentiamo e leggiamo che Monfalcone sarà collegata via mare a Trieste, a Grado, a Sistiana, ad Aquileia, a seguire la Barcolana e non ricordiamo ancora dove, perdonateci; le dichiarazioni, anzi gli annunci, sono stati così tanti da perdere il conto (è sufficiente però fare una ricerca on line sul quotidiano locale). Ogni dichiarazione si concludeva con un perentorio: Voglio vedere chi avrà il coraggio di dirmi di no! Risultato? Zero.
Nei giorni scorsi abbiamo letto, sempre sul quotidiano locale, che anche per quest’estate hanno avuto il coraggio di dirle di no! Però quest’autunno andremo sicuramente alla Barcolana (dura di solito un giorno, anche in caso di bonaccia) e a Grado per Natale a vedere i presepi.
Per la Sindaca seguace di Salvini premier “si tratta di un doppio riconoscimento: del suo valore turistico [di Monfalcone] e del rilievo che hanno assunto, in pochi anni, alcune delle nostre principali manifestazioni”. E qua dovremmo tornare proprio a Esopo, alla sua montagna e al suo topolino. Ma anche per il topolino, vista l’attendibilità dell’annunciatrice, forse è meglio aspettare…
Paolo Polli