La Memoria è l’unico vaccino contro l’indifferenza.
Liliana Segre
Come ormai da tanti anni, Apertamente organizzerà, il 27 gennaio 2024, un’iniziativa in occasione del Giorno della Memoria.
Lo farà, ancora una volta, a Staranzano dove ha sempre trovato il sostegno e il Patrocinio del Comune e la collaborazione di altri che, in questo modo, ci permettono di mantenere un appuntamento fondamentale. L’impegno è quello di non dimenticare.
Dobbiamo ricordare ciò che è stato non in modo retorico, quasi fosse una routine da sbrigare, dobbiamo farlo nella consapevolezza che conoscere ciò che è stato è l’unico modo perché l’orrore non si ripeta.
In questa giornata, nella ricorrenza della liberazione del campo di concentramento e sterminio nazista di Auschwitz, ogni anno vengono commemorati i morti della Shoah, le vittime delle leggi razziali, e tutti coloro che hanno messo a rischio la propria vita per proteggere i perseguitati, fossero ebrei, zingari, omosessuali, disabili, dissidenti politici.
La Shoah, il genocidio, è la barbarie compiuta con l’intenzione di cancellare un intero popolo e fare in modo che non ne rimanga nemmeno il ricordo.
Tante, troppe volte, pensiamo alla furia antiebraica come qualcosa di lontano e che ha riguardato solo gli altri.
Purtroppo non è stato così e dobbiamo ricordarlo; l’Italia non è stata estranea a quella tragedia e proprio da noi, a Trieste, il 18 settembre 1938, Benito Mussolini da una piazza dell’Unità piena all’inverosimile e plaudente, proclama le leggi razziali.
Una vicenda a lungo rimossa dalla coscienza collettiva e dal discorso pubblico del Paese.
Da diversi decenni la storiografia ha ricostruito la varietà degli atteggiamenti degli italiani di fronte alla persecuzione dei concittadini ebrei, facendo emergere, nel complesso, il largo coinvolgimento della società nelle politiche antisemite del fascismo.
Partecipare a questa ricorrenza, alle varie iniziative in occasione del Giorno della Memoria, è un dovere verso un popolo che è stato vittima di un lucido disegno di sterminio, ma è anche un dovere verso le giovani generazioni, alle quali si deve trasmettere la consapevolezza e la conoscenza del passato.
Per questo siamo ancora qui e continueremo a esserci.
Per fare sì che la memoria di quell’orrore sia sempre viva e l’attenzione affinché ciò non si ripeta sia sempre vigile.