Da quando hanno cominciato a delinearsi i possibili candidati alla carica di futuro sindaco di Monfalcone, una serie di creature sembra affollare i cieli o, almeno, l’etere di Monfalcone. Sui social media infatti echeggiano i versi di diverse specie di volatili.
Quando si parla di politica, i volatili che siamo soliti evocare sono i falchi e le colombe. Apprendiamo dai vocabolari online che nella pubblicistica politica per colombe s’intendono coloro che, di fronte a determinate scelte politiche e militari, si mostrano accomodanti ed escludono il ricorso a una soluzione bellica, mentre sono designati falchi coloro che seguono la linea più dura e intransigente. I due termini, nati negli Stati Uniti nell’ambito delle polemiche suscitate dall’intervento in Vietnam, si sono poi diffusi anche in altri Paesi. C’è inoltre un libro di Donato Masciandaro intitolato “Draghi, falchi e colombe: l’Euro e l’Italia, 2011-2019”. In questo caso falchi e colombe servono a indicare soggetti più o meno interventisti coinvolti nella politica monetaria.
Ma nel nostro caso non abbiamo a che fare tanto con falchi e colombe, quanto con gufi e piccioni.
Chi sono i gufi? Chi sono i piccioni?
Senza volare troppo alto, è proprio il caso di dirlo, il termine gufi indica abitualmente coloro i quali “gufano”, ovvero predicono sventure e disgrazie. Particolarmente utilizzato nello sport, questo termine si può tranquillamente usare nella politica cittadina. Si tratta di persone che gravitano nell’area della sinistra o del centrosinistra, di solito senza un preciso partito di riferimento (fossero di destra sarebbero semplicemente avversari che fanno il proprio mestiere), e stanno alla finestra a predire disastri e sconquassi, a pronosticare scarsa affluenza alle urne, disaffezione verso i candidati, riconferme dell’attuale amministrazione di destra, insomma un futuro nerissimo (è proprio il caso di dirlo) per Monfalcone.
Poi ci sono i piccioni, che per così dire esprimono la loro contrarietà a tutto quello che viene fatto dagli attori della scena politica, postando commenti al vetriolo. Un po’ come i piccioni che, per l’appunto, dai cornicioni o dai fili della luce “rilasciano” quanto da essi prodotto di solito sull’automobile appena lavata.
Qual è l’utilità di gufi e piccioni? Cosa producono? Cosa costruiscono? Intanto bisogna dire che, per quanto appartenenti a specie diverse, gufi e piccioni hanno in comune la capacità di volare, quindi di effettuare dall’alto i propri “interventi” senza dover scendere a sentirne l’odore, senza doversi avvicinare a chi viene criticato e comprenderne la fatica.
Non producono nulla, perlomeno nulla di utile, perché sparare a zero e criticare chi, bene o male, fa qualcosa, serve a distruggere e non a costruire e quindi nemmeno costruiscono una opposizione, un’alternativa, qualcosa.
È evidente che le opposizioni a Monfalcone si trovano davanti a un percorso complicato; ma cercare in qualche modo di unire, di collaborare, potrebbe aiutare molto. Perché si criticano molto le formazioni politiche, partiti associazioni eccetera, come incapaci di mettersi d’accordo, di confluire in un’unica direzione.
Ma non è che questi soggetti si stiano comportando meglio, poiché il cosiddetto “fuoco amico” fa molti più danni del fuoco del nemico. Sarebbe molto meglio se gufi e piccioni scendessero dai fili del telefono e utilizzassero la propria capacità critica per partecipare attivamente alla politica cittadina, consigliare, discutere, aiutare.
Ma evidentemente è più divertente stare alla finestra e criticare. E vabbè, poi ci lamentiamo dei risultati.
Con amici così, chi ha bisogno di nemici?
Massimo Bulli