A proposito delle novità che si leggono sia sul quotidiano locale che sui social riguardo l’ampliamento del Mu.Ca. e il “pavoneggiamento” del Sindaco che si impadronisce di ogni cosa che succeda in città, credo sia doveroso, per onestà intellettuale, fare qualche passo indietro e rileggere la storia di come nacque il museo della cantieristica.
Il Mu.Ca. nasce sulle macerie dell’ex albergo operai che ospitava i lavoratori scapoli del cantiere navale, un’idea voluta e realizzata dalle precedenti amministrazioni di centro sinistra. Venne istituito un comitato scientifico unitamente a Fincantieri, Comune, Consorzio Pubblico Polivalente e altri soggetti, il quale iniziò a progettare e a trovare finanziamenti per la sua realizzazione.
Quando andai in pensione diventai presidente di AUSER provinciale e proposi sia a Pizzolitto (allora presidente regionale AUSER) sia al sindaco Altran di inserire ex lavoratori dello stabilimento all’interno del museo come “ciceroni” – chi meglio di loro poteva raccontare la storia della fabbrica! – dopo appositi corsi di formazione. Si raggiunse un accordo con il comitato scientifico e oggi circa cinque ex dipendenti operano all’interno del museo.
L’inaugurazione del Mu.Ca. venne celebrata dal nuovo sindaco dopo che tutti i lavori e i percorsi erano stati svolti con caparbietà e serietà da ben altri soggetti, e ora vediamo che tale rappresentante dei cittadini monfalconesi fa proprie, e le vende pubblicamente, le iniziative che vengono svolte all’interno del perimetro museale come fosse una sua creatura.
Credo doverosa questa puntualizzazione per rendere onore al lavoro svolto negli anni da chi credeva, e ci crede ancora, alla storia e alla cultura trasmessa dalla classe operaia monfalconese senza la quale l’attuale sindaco non salirebbe sul podio a santificare ogni passaggio, pur lodevole che sia, senza dare merito ed onore a chi ha costruito quel qualcosa di cui lei si è appropriata.
Franco Buttignon