Negli ultimi anni, con un’evidente intensificazione negli ultimi mesi, nella città di Monfalcone si discute sempre di più sugli stranieri.
Il messaggio che è stato fatto passare dalla Sindaco è centrato su tre argomenti sostanziali:
- A Monfalcone ci sono troppi stranieri
- Gli stranieri provenienti dal Bangladesh stanno avviando una vera e propria sostituzione etnica, cancellando la nostra identità;
- È in corso un processo di islamizzazione a discapito delle nostre radici cristiane.
Noi crediamo che i dati siano l’unica fonte per una valutazione affidabile e che le sparate propagandistiche della Sindaco abbiano finalità tutt’altro che operative, vista l’incapacità conclamata di gestire questo fenomeno, come peraltro dimostrato anche dall’aumento degli stranieri presenti in città (a tale scopo si veda, ad esempio, il recente articolo di Marco Barone pubblicato su Il Monfalconese, https://tinyurl.com/26b6d65w).
Andiamo dunque per gradi.
Effettivamente la percentuale di stranieri residenti a Monfalcone è decisamente superiore alla media nazionale. Come si evince dalla tabella sotto riportata, a Monfalcone ci sono più del triplo degli abitanti stranieri rispetto alla media italiana.
C’è però da dire che la media italiana non è certo tra le più alte del mondo, come spesso ci viene fatto credere, anzi, come si vede dalla successiva tabella l’Italia non figura tra i primi posti per stranieri residenti:
Rimarrebbe allora da capire perché Monfalcone si discosti dalla media nazionale.
Come sappiamo tutti la risposta è piuttosto facile e risiede nella elevata domanda di forza lavoro e nella tipologia di questa richiesta. Gli stranieri residenti non sono infatti richiamati a Monfalcone dalle bellezze architettoniche e naturalistiche o da una straordinaria qualità della vita, e infatti proprio per questo è difficile capire quale possa essere il razionale di una strategia sostitutiva e di un progetto di conquista del nostro territorio. Più semplicemente, infatti, gli stranieri immigrati sono richiamati da una notevole richiesta di lavoro che per tipologia (qualità, retribuzione, ecc.) non trova soddisfacimento nell’offerta locale. In altre parole, la città, specialmente per i cantieri navali, offre molto lavoro relativamente poco qualificato, in media poco retribuito e non troppo ricercato dai lavoratori localmente disponibili. Monfalcone sarebbe, in buona sostanza, quello che altrove viene chiamato un DDD jobs district, ovvero un distretto del lavoro sporco (dirty), pericoloso (dangerous), demotivante (demeaning), che in letteratura è noto per essere una tipologia di lavoro che non sottrae lavoro agli autoctoni, mentre richiama molta manodopera straniera. Insomma, nulla di nuovo o inusuale, ma per alcune persone tutto ciò non è facilmente accettabile se collocato sul proprio territorio. Se però partissimo dall’assunto che anche i lavori meno nobili sono comunque rispettabili e meritevoli di considerazione e dignità, ecco che allora anche questi lavoratori acquisirebbero uno status paritetico e tutto potrebbe essere visto in un modo più civile; semplice, civile e costruttivo.
Veniamo al secondo punto.
Parrebbe, da quanto ci viene raccontato, ed essendo la comunità bengalese la più numerosa in termini assoluti, che i cittadini del Bangladesh non vedano l’ora di migrare a Monfalcone, partendo dalle loro terre lontane, secondo un ben preciso disegno strategico.
Ora, tralasciamo tutti gli aspetti che spingono le popolazioni dei paesi meno ricchi a migrare, e che sono tutto sommato facilmente comprensibili, e vediamo se questo dato è veritiero nei numeri.
La tabella qui sotto riporta il numero di residenti stranieri a Monfalcone per nazione di provenienza e la percentuale sul totale per i primi 20 paesi di origine. Come si vede i cittadini bengalesi sono effettivamente i più rappresentati.
Per capire però quanto Monfalcone sia “attrattiva” per gli abitanti di un certo Paese, ovvero se esiste un preciso piano di invasione, bisognerebbe dividere il numero dei suoi cittadini residenti in città per il numero di abitanti totali di quella Nazione, ovvero misurare il tasso di cittadini di quello Stato che sono migrati a Monfalcone.
La tabella sotto riportata, riordina i 20 paesi di prima sulla base di questa valutazione, ovvero per numero di residenti a Monfalcone per milione di abitanti del Paese di origine.
Come si può vedere, secondo questa analisi, Monfalcone è molto attrattiva per i cittadini dei vicini Paesi balcanici (pare abbastanza ovvio), mentre il Bangladesh si posiziona appena al nono posto di questa classifica. Come dire che Monfalcone non è esattamente il focus di una sostituzione etnica da parte del Bangladesh, mentre eventualmente potrebbe essere l’obiettivo di altri Paesi, come quelli balcanici, se mai qualcuno di loro volesse davvero “conquistare” il punto più a nord di ogni cosa…
L’ultimo punto riguarda il cosiddetto “processo di islamizzazione” in corso da parte degli stranieri immigrati a Monfalcone e qui residenti.
Anche per questo aspetto ci rifacciamo ad una tabella che somma il numero assoluto di stranieri residenti e li aggrega sulla base della religione principale del loro Paese di origine.
La tabella sottostante riporta le religioni maggiormente praticate nei 20 paesi presi in esame.
Questo campione è stato poi raggruppato per religione, fornendo il seguente quadro riepilogativo:
Da questa tabella si evince che il numero assoluto di cittadini provenienti da paesi a prevalente religione musulmana è senz’altro maggioritario, ma se normalizziamo questi numeri sulla base della popolazione complessiva dei Paesi di provenienza, ecco che potremmo dire che la maggioranza dei Paesi da cui arrivano i nostri stranieri sono di fede cristiana (magari ortodossa più che cattolica) e se dunque fossero più popolosi sarebbero di gran lunga i più rappresentati…
In conclusione possiamo dire che se proprio vogliamo pensare che qualche Nazione o qualche religione ci stia invadendo per sostituirci etnicamente e religiosamente, a valori assoluti si potrebbe anche pensare che il Bangladesh parrebbe farlo, ma se lo stesse facendo davvero, rispetto alle potenzialità che ha, lo starebbe facendo davvero poco e male…
Mentre, ovviamente scherzando, potremmo dire che la Macedonia del Nord è molto attiva nel cristianizzarci (ortodossamente)! In altre parole, stando ai tassi attuali, se la Macedonia del Nord avesse gli abitanti del Bangladesh, i macedoni residenti a Monfalcone sarebbero ben 29.109… con l’effetto collaterale che la Macedonia del Nord sarebbe così tanto a nord (del Mediterraneo) che più a nord non si può.
Post scriptum: ovviamente quanto sopra, pur derivando da dati reali e da valutazioni rigorose dal punto di vista matematico, non ha una profonda valenza scientifica e resta una piccola provocazione; pensata, ma pur sempre una provocazione. Rimane però la considerazione che trattare il fenomeno migratorio con la superficialità che spesso viene usata nella propaganda della destra monfalconese ha un valore scientifico ancora minore, e credere alle affermazioni sulla sostituzione etnica e l’islamizzazione equivale a credere che gli Hobbit esistano davvero… ah no, scusate: di questi tempi è meglio non fare questo paragone!
Davide Strukelj