A proposito della provincia “Isontina”

 

In FVG si è registrata in materia di province una situazione bizzarra. Prima le aboliscono, poi nascono le UTI, poi gli EDR, poi si propone il ritorno a ciò che è stato abolito, il tutto in una regione che deve fare i conti con un calo demografico devastante. Forse la migliore soluzione sarebbe quella di costituire la provincia autonoma di Trieste e di Udine, sul modello del Trentino Alto Adige/ Südtirol, inglobando l’Isontino o nella provincia di Trieste o in quella di Udine?

Intanto, giunge la proposta della costituzione della provincia di Gorizia/Monfalcone.

Ogni volta che si tocca il nome di qualcosa si scatena sempre un putiferio; il merito però di questa proposta, a prescindere dal nome, è quello di aver acceso l’attenzione sul fatto che vi è la necessità di unire un territorio diviso come non mai. Da un lato Monfalcone, che va oltre i 30 mila abitanti, dall’altro Gorizia, che scende sotto la soglia dei 34 mila abitanti. In questi ultimi anni nel mandamento sembra che esista solo Monfalcone e che tutto ruoti intorno alla città del cantiere navale. E allora a questo punto perché non valutare la città del mandamento? Con una fusione condivisa dei comuni viciniori? Vecchio discorso, che ha visto anche un referendum sulla fusione bocciato sonoramente dai cittadini.

Si aprirebbe la solita discussione, che i Comuni minori non vogliono essere fagocitati dai problemi di Monfalcone soprattutto in materia di immigrazione per mantenere il proprio status di isola felice. Poi magari i comuni devono fare i conti con crisi economiche, tagli, servizi che non si riescono a garantire, ma meglio avere delle buche in più che finire sotto Monfalcone, si dirà.

Il problema è proprio questo. Che ognuno oramai pensa solo al proprio confine, a se stesso, non c’è più unità nel territorio, non c’è progettualità condivisa, visione di insieme, ognuno va per la sua strada. E allora la proposta della provincia di Gorizia/Monfalcone, il cui nome potrebbe essere quello di Provincia Isontina, è utile solo nella misura in cui si riesce a riunire un territorio diviso e migliorare la qualità dei servizi ai cittadini, a partire dalla scuola, dalla sanità pubblica che è in sofferenza come non mai, per arrivare all’ambiente, alle questioni sociali e del lavoro.

Va detto che non si tratterebbe del primo nome sui generis: ad esempio in Sardegna è stata costituita la provincia del Sud Sardegna che ha come capoluogo Carbonia, il comune più popoloso del suo territorio, e unisce comuni di diversi territori. Insomma, per farla breve, concentrarsi sulla Luna, ovvero sulla necessità di riunire politicamente e socialmente l’Isontino, e non sul dito del nome che trova il tempo che trova, pur simbolicamente importante.

Marco Barone

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