In questi giorni sono state finalmente tolte le impalcature allo storico edificio monfalconese denominato “casa Mazzoli”, posto all’incrocio tra via Duca d’Aosta e Via San Giovanni Bosco.
Dopo una serie piuttosto lunga e articolata di annunci e variazioni, a breve dovrebbero infatti concludersi i lavori di ristrutturazione (ricordiamo tra le varie: “14 nuovi alloggi pronti tra un anno”, luglio 2021; “I tempi sono rispettati e la ristrutturazione sarà ultimata a giugno”, dicembre 2021; “19 famiglie potranno accedervi già a fine anno”, aprile 2023; etc.).
Potremo così dire che, dopo sette anni, sarà stata portata a termina la prima opera pubblica dell’era della “Monfalcone Liberata”.
L’edificio era stato acquisito dal Comune con i fondi della Legge per Panzano, dopo non poche difficoltà. Le amministrazioni che si sono succedute hanno sempre dichiarato la volontà di recuperare l’immobile ma l’operazione mostrava difficoltà economiche che il patto di stabilità interna ed i costi del recupero degli alloggi sommati ai circa € 600.000,00 spesi per l’acquisto, rendevano davvero eccessive.
Dobbiamo essere contenti che l’amministrazione comunale abbia portato a termine questa complicata operazione, favorita ovviamente dalla amata Regione che ha contribuito per € 1.600.000,00 e da altri € 800.000,00 del bilancio del Comune stesso.
E dobbiamo anche ringraziare i progettisti per la cura nelle scelte cromatiche e dei particolari delle facciate restaurati con perizia.
Non possiamo però esimerci da alcune riflessioni che vanno pur fatte.
Grande orgoglio dichiara la prima cittadina per esser riuscita a portare a termine un’operazione che nessuno prima di Lei era riuscito a portare a termine! In sette anni? Ristrutturare una casa di abitazione in sette anni sarebbe motivo di orgoglio?
Ma facciamo un po’ di conti. Sommando la spesa per l’acquisto ed i fondi impegnati per il recupero possiamo rilevare che il costo dell’intera operazione, euro più euro meno, ammonta oggi ad almeno € 3.000.000,00. Soldi dei cittadini, che siano della Regione o del Comune non importa.
Con il recupero dell’immobile saranno realizzati diciannove alloggi, ci saranno un ascensore ed un montascale, si ricaveranno 10 posti macchina ed una colonnina per auto elettriche.
Se tutte le dichiarazioni lette rispondono al vero possiamo tranquillamente dire che ogni alloggio sarà costato alla comunità quasi € 160.000,00.
Ora le domande sorgono spontanee:
- Che superfici hanno questi alloggi, quale è stato il reale costo al metro quadro?
- Quali saranno i costi gestionali di questi alloggi?
- Saranno sufficienti i 10 posti macchina per chi andrà ad abitarvi?
- Chi gestirà questo patrimonio pubblico?
- A chi e con quali graduatorie verranno assegnati gli alloggi?
I cittadini monfalconesi, ma forse anche quelli di tutta la regione, vorrebbero risposte chiare a queste domande.