Nelle ultime importanti elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale, due anni fa, a ognuno venne chiesto di partecipare. Ognuno era sicuro che qualcuno altro lo avrebbe fatto. Ciascuno poteva farlo, ma solo il 50% lo fece. Qualcuno si arrabbiò perché era un diritto-dovere di ognuno. Ognuno pensò che ciascuno poteva farlo ma nessuno capì che qualcun altro non l’avrebbe fatto. Finché ogni persona incolpò qualcuno perché solo il 50% fece ciò che avrebbe potuto fare.
Vogliamo essere una popolazione di gattopardi che a parole vogliono che tutto cambi, solo perché tutto rimanga com’è? Oggi possiamo dire quanto le riforme siano cruciali per uscire da questa situazione di stallo. Se non cambieremo atteggiamento, tutti quanti collettivamente e come singoli cittadini, andremo sempre più in basso. Ognuno di noi deve farsi un esame di coscienza, deve decidere quale tipo di cambiamento vuole, il proprio o quello degli altri. Dobbiamo essere consapevoli che questo richiede sacrifici, coraggio, senso di responsabilità per costruire la città che vogliamo, altrimenti ci releghiamo al ruolo di spettatori e a quello di vittime.
Il 13 e 14 aprile partecipiamo al voto, al cambiamento.
Luigino Francovig