Il decreto vergogna spiegato ai bambini

 

Qualche giorno fa ho avuto il piacere di ascoltare i portavoce delle associazioni Esposti Amianto sul tanto discusso decreto-legge di fine 2023: il governo decide di allargare alle imprese condannate la possibilità di accedere a nuovi fondi economici stanziati per risarcire le vittime da amianto. Si tratta di 80 milioni di euro ripartiti in 4 anni. Una cifra decisamente importante.

Le aziende beneficiarie, ma alla fine resterà solo una, sono le stesse che hanno provocato le morti dei lavoratori e anche di qualche sfortunato famigliare, per intendersi.

All’apparenza il decreto prevede tra i possibili beneficiari, oltre alle aziende dichiarate colpevoli con sentenza, anche le vittime e i famigliari solo se dipendenti diretti di Fincantieri, escludendo ingiustamente tutti i dipendenti delle ditte dell’indotto che, sempre in Fincantieri, hanno contratto le malattie asbesto- correlate. Ma i tempi volutamente stretti a ridosso delle feste natalizie e la complessità della documentazione richiesta per la presentazione delle domande ha di fatto eletto Fincantieri come unico beneficiario.

L’ulteriore aggravante di questa discutibile manovra si palesa quando si decide che i soldi verranno attinti da quel fondo destinato alla sicurezza dei luoghi di lavoro e alla formazione continua che deve essere garantita ai lavoratori, e che mai dovrebbe essere penalizzato a favore degli interessi di profitto dell’azienda.

Le associazioni Esposti Amianto si oppongono a questo decreto e assieme ad alcuni consiglieri regionali di opposizione ne chiedono al governo il ritiro immediato. Anche in consiglio comunale a Monfalcone, proprio per il peso sociale del dramma delle vittime che continua a colpire la città, più volte si tenta di portare a discussione questo decreto ma la giunta non ritiene mai opportuno un confronto. La stessa discussione è negata nella sede dell’Ambito Territoriale, ossia nell’assemblea che vede coinvolti i sindaci del mandamento. Per il Comune di Monfalcone “del Decreto Vergogna non s’ha da parlare.”

Possiamo capire che mettere in discussione un decreto-legge recante le firme dei ministri Giorgetti (Lega) e Calderone (Forza Italia, già MSI e AN), quindi esponenti della destra, possa essere imbarazzante e magari controproducente nei beceri appoggi politici tanto cari all’amministrazione pro-tempore di Monfalcone, ma resta impossibile da giustificare questo atteggiamento verso le vittime e i loro famigliari, monfalconesi e non solo.

Invece il dubbio sulla correttezza e sulla moralità del decreto viene recepito nella Commissione Europea. In attesa di fare chiarezza si bloccano i finanziamenti a Fincantieri, e questo è un importante primo passo verso la giustizia.

Quelle che invece non si bloccano a Monfalcone sono le morti per amianto che si attestano ancora con un’incidenza tra le 30 e le 40 all’anno. Una strage iniziata a metà del secolo scorso che ancora non è terminata. Peccato che la ministra Calderone non ne abbia voluto parlare durante la sua breve apparizione a sostegno della destra uscente.

Pensiamoci prima di andare a votare.

Michela Monticolo

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