Immagine tratta dal Fondo Cividini di proprietà del Consorzio Culturale Monfalconese – anno 1925
Scrivo questo pezzo stimolato dalle parole di dell’assessore Paolo Venni del Comune di Monfalcone a commento di un post del 17 febbraio u.s. scritto da Marco Piemonte del Movimento Cinque Stelle. Nel post si faceva notare l’assenza di qualsivoglia riconoscimento alla provenienza dei fondi utilizzati per la realizzazione della ciclabile sul sedime della ferrovia ex Fincantieri, ovvero fondi del PNRR, come noto ottenuto nel corso del governo presieduto da Giuseppe Conte.
Giuste le rivendicazioni di Piemonte, purtroppo non altrettanto corrette le frasi denigratorie di Venni nei confronti di chi ha governato la città prima di lui, ma questo ormai si sa: la colpa è sempre di “quelli di prima”. Mi spiace perché lo ritenevo persona moderata e dialogante.
Per chiarezza questo è il suo commento:
“Caro Marco, bisogna essere intellettualmente onesti. I soldi bisogna saperseli andare a prendere, e soprattutto saperli spendere bene. La nostra amministrazione ha dato il giusto indirizzo frutto di una visione tradotta in una concreta progettazione. Aggiungo, visto che ti ci sei apparentato, che la sinistra comprò a caro prezzo quel sedime ferroviario da Fincantieri, per lasciarlo all’incuria del tempo senza una minima idea di cosa farne… noi l’abbiamo valorizzato, come per altre decine di progetti che abbiamo realizzato. le cose vanno dette per come sono, le tortuosità concettuali in cui spesso ti infili te le lascio tutte!”
Al di la della battuta sulle “decine di progetti che noi (la destra) abbiamo realizzato” che meriterebbe lunghe ed articolate analisi, tre sono le questioni che non vanno assolutamente lasciate in sospeso:
- “la sinistra comprò a caro prezzo quel sedime ferroviario da Fincantieri” e…
- “per lasciarlo nell’incuria del tempo” ed ancora…
- “senza avere una minima idea di cosa farne”
Non dirò nulla sulla qualità del progetto e sulle carenze progettuali che mi riservo per un altro e più completo ragionamento.
Ma siccome gli attuali amministratori comunali hanno inaugurato in pompa magna la “loro” ciclabile senza ovviamente riconoscere minimamente l’importante ed indispensabile lavoro pregresso, anzi denigrandolo come purtroppo in questi tempi bui è d’abitudine, si devono riprendere in mano i documenti, rileggerli e divulgarli, solo così i cittadini potranno leggere la storia vera e documentata.
Il documento fondamentale è una delibera del Consiglio Comunale, e precisamente la delibera n°69 del 19 luglio 2016, quando in carica c’era la Giunta Altran che di li a poco (7 novembre 2016) avrebbe concluso il suo mandato con la vittoria della destra.
Ma procediamo con ordine:
- “la sinistra comprò a caro prezzo quel sedime ferroviario da Fincantieri”
Il tracciato ferroviario fu acquisito dal Comune di Monfalcone con la delibera consigliare di cui sopra attraverso un “Accordo di Programma” approvato, prima della delibera citata, dalla società Fincantieri s.p.a. e dalla Giunta Comunale. Nell’accordo non c’era solo l’acquisizione del sedime ferroviario ma anche altri beni di cui alcuni ormai definitivamente all’interno del perimetro aziendale e quindi non più nella disponibilità fisica del Comune. Ma per una più semplice lettura citiamo direttamente la delibera:
- Reliquato già inglobato nello stabilimento Fincantieri S.p.A. € 66.000,00
- Uso promiscuo dell’ingresso alla sala espositiva € 42.000,00
- Area di via dell’Agraria € -13.000,00
- Aree del sedime del tracciato ferroviario € -275.000,00
- Contributo per sistemazione aree del tracciato ferroviario € 200.000,00
- Saldo netto a favore del Comune di Monfalcone € 23.000,00
Questi i numeri, da cui si evince che l’accordo più che un “caro prezzo” fu un accordo assolutamente dignitoso e decisamente vantaggioso per il Comune di Monfalcone e per l’Amministrazione che lo rappresentava, tra l’altro credo che vada anche ricordato il certosino ed ammirevole lavoro degli uffici che non voglio coinvolgere in discussioni politiche come si usa fare oggi.
- “per lasciarlo nell’incuria del tempo”
Affermazione davvero sorprendente visto il tempo trascorso da quando il sedime fu acquisito alla fine del mandato di Silvia Altran, visti i soli tre mesi trascorsi.
Va anche detto che l’attuale amministrazione ha impiegato più di otto anni per completare quel tratto di ciclabile, rifacendo tra l’altro un pezzo del famoso “Giardino Fallaci” realizzato poco tempo fa dalla stessa amministrazione di centrodestra.
Allora se tre mesi sono sufficienti per definire un progetto “lasciato nell’incuria del tempo”, cosa dire di un’amministrazione che ci mette otto anni e passa per realizzare una pista ciclabile su un sedime già acquisito e che dunque non necessita nemmeno di espropri?
- “senza avere una minima idea di cosa farne”
Questa è forse l’affermazione più curiosa, non mi è chiaro se l’interlocutore si rende conto di ciò che ha detto. Perché mai un’amministrazione comunale dovrebbe acquisire da un privato un bene se non perché ha un’idea di cosa farne? Purtroppo solo la supponenza di chi pensa che prima di lui (loro) ci sia stato il nulla la può giustificare.
Ma è corretto citare anche in questo caso parte del documento deliberativo in cui si specifica la “visione” che l’attuale destra pensa sia tutta di sua pertinenza, ma che coloro che hanno governato prima avevano ben presente (anche se ovviamente – e per fortuna – non è la stessa):
“La parte di città situata a sud dei canali De Dottori-Valentinis che si estende ai due lati di tale raccordo ferroviario occupa una zona di notevole ampiezza nella quale risiede una significativa parte della popolazione cittadina.
Tale parte di città è separata dal centro urbano dalla doppia barriera formata dal canale e dalla traversa interna della statale, malgrado la vicinanza fisica al centro cittadino, presenta gli aspetti caratteristici di una periferia esclusivamente residenziale.
Operando nel senso di una razionalizzazione dei collegamenti viari (sia veicolari che pedonali e ciclabili), forse è possibile immaginare qualche primo progresso verso l’obiettivo di ripensare e ristrutturare il rapporto fra i quartieri a Sud dei canali De Dottori-Valentinis e il Centro Storico.
La dismissione del raccordo ferroviario, che costituisce una barriera fisica condizionante il regolare sviluppo dei quartieri limitrofi, costituisce occasione per creare ex-novo, al centro del quartiere, un’arteria di sufficiente ampiezza, sfociante in una piazza, e raccordata in misura accettabile sia col centro città, al di là del canale De Dottori, sia con l’asse Carso-mare […]”
Voglio però ricordare ciò che ritengo più importante, e che in questi anni di divisione è sempre più difficile da ottenere, ovvero un sostanziale riconoscimento dell’operazione delle forze presenti in consiglio. Sui 20 consiglieri presenti infatti i 14 della maggioranza hanno votato a favore, e gli altri 6, rappresentanti le varie forze d’opposizione, non si sono dichiarati contrari ma hanno optato per l’astensione, riconoscendo di fatto l’importanza dell’accordo per la città.
Massimo Schiavo