Cari amici, oggi vorrei condurvi in un ragionamento para-scientifico. Ok, lo so: metà dei lettori hanno già abbandonato… ma hanno fatto male, perché il seguito sarà alquanto divertente e soprattutto molto attuale per noi monfalconesi.
Dunque, partiamo dalle premesse.
In questo breve scritto tratteremo del principio dell’aneddotismo. L’aneddotismo è il più importante principio della scienza da social. Più propriamente potremmo chiamarlo principio dell’induzione selettiva (per brevità INS). Ecco una definizione “rigorosa” dell’INS:
“L’INS è un avanzato modello epistemologico che consente di estrapolare verità universali da episodi isolati, preferibilmente raccontati dall’amico di un cugino. Questo principio postula che un insieme qualsiasi di esperienze personali e soggettive, preferibilmente prive di contesto e verificabilità, siano non solo sufficienti, ma ben superiori alla misera obiettività dei dati statistici. Utilizzato con maestria, l’INS trasforma il caso singolo nell’asse portante del sapere umano, dimostrando che se lo dice Mario del bar sport, o lo scrive Maria75 sui social, allora significa che è vero sempre e ovunque.”
Facciamo degli esempi.
Il ragazzo di origini tunisine del terzo piano spaccia marijuana al parchetto; quindi i tunisini sono tutti spacciatori (“Scusi, lei spaccia?”).
Un immigrato custodiva petardi in camera; quindi gli immigrati sono tutti attentatori.
Nei centri di culto islamici il Corano viene letto in arabo (ma tu guarda!); quindi l’Islam è una religione praticata da persone che non vogliono far sapere quel che si dicono.
Ma usciamo per un attimo dai luoghi comuni che tutti conosciamo e proviamo con qualcosa che tocca il nostro profondo…
Negli USA, l’italiano Salvatore Lucania, all’anagrafe Lucky Luciano, noto mafioso, è stato incarcerato per sfruttamento della prostituzione; quindi gli italiani sono tutti mafiosi e sfruttatori.
L’artista italiano A.B. e lo sportivo italiano C.D. hanno spostato la residenza a Montecarlo per pagare meno tasse; quindi gli italiani sono tutti evasori.
Roberto Caporuscio è diventato famoso a New York per la sua pizza napoletana; quindi tutti gli italiani sono napoletani mangia-pizza.
Questi ultimi fanno ridere, vero? Oppure danno fastidio? Eppure… Bene, il principio è stato chiarito. Ora partiamo!
La tesi che vorrei dimostrare è molto semplice, ma altrettanto “importante” delle precedenti e altrettanto “scientifica”. Vorrei dimostrare che le donne more over-50 (per brevità le DM50) sono estremamente pericolose per la società… e se vivete a Monfalcone avete capito benissimo.
Partiamo dai dati di fatto. Maria Licciardi, soprannominata “la madrina”, è stata a capo del clan Licciardi, affiliato alla camorra di Secondigliano, ed è stata arrestata nel 2001; quindi le DM50 sono camorriste.
C.S., sindaca di Riva del Garda, è stata posta agli arresti domiciliari per traffico di influenze in una vicenda di corruzione; quindi le sindache DM50 sono corrotte.
Ad Acqui Terme, una donna di 57 anni è stata arrestata perché deteneva 10 chili di marijuana pronti per lo spaccio; quindi le DM50 sono spacciatrici.
Fa ridere, vero? Sono generalizzazioni patetiche e inconsistenti, siamo d’accordo, no?
Ma perché fa così tanto ridere quando la generalizzazione riguarda le categorie a cui ci sentiamo di appartenere (gli italiani), oppure una categoria così generica e ridicola (statisticamente parlando) come le donne more over 50? Perché siamo disposti a credere a Mario del bar sport o a Maria75 di Facebook quando ci parla di stranieri o di musulmani, mentre ridiamo se si parla, generalizzando, delle donne more con più di 50 anni?
Abbiamo dimostrato, con la rigorosità dell’INS, che le donne more over-50 (DM50) sono un pericolo sociale. Ovviamente, sappiamo tutti che è una totale assurdità. Ma allora perché così tanti di noi sono pronti a credere a narrazioni altrettanto assurde e generaliste quando si parla di categorie come stranieri, musulmani o altre minoranze?
È proprio questo il cuore della questione: il principio dell’induzione selettiva è un mostro travestito da logica, una trappola che cattura la pigrizia mentale e la trasforma in verità infondate. Ci inganna facendoci credere che un caso isolato sia una regola, che l’aneddoto di un cugino del vicino di casa equivalga a una realtà universale. E, come abbiamo visto, l’INS funziona benissimo: puoi usarlo per dimostrare qualsiasi cosa, soprattutto le tesi più ridicole e prive di fondamento.
Ma attenzione, perché dietro il ridicolo si nasconde il pericolo. Quando accettiamo di applicare l’INS per giustificare generalizzazioni su interi gruppi di persone, stiamo facendo qualcosa di più che sbagliare: stiamo scegliendo di abbandonare il pensiero critico. Ci stiamo rendendo complici della diffusione di pregiudizi, stereotipi e discriminazioni.
Quindi, la prossima volta che Mario del bar sport o Maria75 di Facebook vi raccontano un fatto assurdo che conferma il peggior stereotipo su un gruppo sociale, fermatevi un attimo. Chiedetevi: sto cadendo nell’INS? Sto accettando una generalizzazione che, applicata a me o al mio gruppo, mi farebbe ridere o arrabbiare?
Il mondo ha bisogno di meno INS e di più cervello. E ricordiamoci: chi ci induce in questi errori logici spesso lo fa per uno scopo; uno scopo che sarebbe insostenibile con la ragione, quella vera.
Davide Strukelj