Non nel mio nome

 

Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito.

Un’immagine capace di riassumere molti dei problemi della comunicazione.

Quando il saggio, ovvero una persona competente, parla di un argomento complesso, accade di frequente che l’ascoltatore si focalizzi su parti marginali del discorso senza arrivare a cogliere il tutto, portando la discussione ad arenarsi su una parte infinitesimale del problema. Ma non solo. Visto come oggi viene condotta la propaganda, specie da parte di chi trova la sua massima espressione nel populismo e nella demagogia, il detto può essere così modificato: quando il saggio indica la luna, chi non ha argomenti da opporgli cerca di indurre gli ascoltatori a comportarsi da stolti e quindi a guardare il dito. Una volta portata su argomenti meno pericolosi, la discussione può essere chiusa senza pericolo o condotta verso argomentazioni destinate a disperdere l’attenzione degli ascoltatori.
È il caso del cricket a Monfalcone, argomento sollevato da un servizio della BBC inglese che ha portato alla ribalta internazionale la città e l’atteggiamento dell’Amministrazione comunale nei confronti della comunità bangladese.
La questione era nata alcuni anni fa: dei ragazzi di origine bangladese avevano cominciato a giocare a cricket in un campo incolto nei pressi di Largo Isonzo. L’allora sindaca aveva mandato la polizia locale, fatto recintare il campo e proibito il cricket. Ma la cosa non è finita qui: prima di partire per l’Europarlamento, ha firmato un’ordinanza che impone il divieto del gioco del cricket nel Comune. Ai trasgressori saranno comminate multe fino a 100 euro, riporta il quotidiano La Stampa. L’emittente inglese BBC ne ha ricavato un servizio che ha fatto il giro del mondo e la ormai ex sindaca, insieme all’Amministrazione rimasta in reggenza in attesa di nuove elezioni, ha immediatamente… indicato il dito, sostenendo che queste disposizioni sono state emanate non per contrastare la comunità bangladese ma per “tutelare la salute dei cittadini” che avrebbero potuto essere colpiti alla testa da una… palla.
Beh, si potrebbe dire che le “palle” qui sono più di una.

Tanto per cominciare, non risulta che esista un’ordinanza simile per il baseball, per esempio, dove le palle viaggiano allo stesso modo. Poi bisogna ricordare che alla festa dello Sport del 2017 la sindaca aveva vietato l’esibizione di cricket, sempre con la scusa della sicurezza, nonostante l’anno prima le esibizioni si fossero svolte senza problema alcuno. La cosa aveva provocato le dimissioni del presidente della Consulta sport, Davide Strukelj.

Infine, una frase riportata dal quotidiano “La Stampa” attribuita alla ex sindaca recita: «Mi rifiuto di concedere alla comunità bengalese il privilegio di giocare al loro sport nazionale, per noi non hanno fatto niente»: è evidente che la vera causa di questi divieti è discriminatoria e nulla ha a che vedere con la presunta sicurezza dei cittadini.
I giocatori di cricket hanno trovato poi ospitalità in Comuni più piccoli del Mandamento e sono riusciti a piazzarsi molto bene nei campionati in cui hanno partecipato.
Naturalmente la destra monfalconese si è aggrappata a ogni legge e regolamento per giustificare il proprio operato (e probabilmente dal punto di vista strettamente giuridico non è attaccabile), continuando a cercare di indurre i cittadini a guardare il dito e non la luna. Dovrebbe far riflettere questo atteggiamento, in base al quale la Legge per i nemici si applica in maniera puntuale, sempre restrittiva, mentre per gli amici si interpreta e basta. Un modo parecchio distorto di intendere la democrazia. E tutti questi attacchi, questa persecuzione continua, vanno nel senso contrario all’integrazione. Dimostra come la mancata integrazione spesso deriva dagli ostacoli posti dalle amministrazioni di destra, che poi ricorrono a un vittimismo aggressivo per ribaltare la realtà dei fatti.
È evidente che qui non si tratta di pretendere che l’Amministrazione comunale costruisca un campo di cricket, argomento che è stato sollevato dalla destra locale, la quale nonostante le decine di milioni spesi per altre cose forse meno utili dichiara di non averne le disponibilità economica. Non è questo l’oggetto del contendere: se a Monfalcone non si potrà fare un campo di cricket con questa amministrazione, lo si farà con la prossima, si giocherà comunque. L’argomento principale, la luna se vogliamo, è l’atteggiamento persecutorio e divisivo dell’Amministrazione che lacera la comunità, provocando danni che pagheremo per gli anni a venire.

Ma c’è anche una questione morale: stanno maltrattando queste persone nel nostro nome, rendendoci complici. Ci espongono alla disapprovazione internazionale, provocando disagio a molte persone.

Anche a me. Mi fanno sentire a disagio, sporco. Io non sono così.
Massimo Bulli

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