La memoria di quanto successo nel passato è sempre importante, fondamentale poi per chi vuole fare politica a tutti i livelli.
Per questo, oltre che per i toni fuori luogo, stupisce leggere sul quotidiano locale del 18 luglio la durezza della risposta del già vicesindaco Venni rivolta ai consiglieri comunali di opposizione intervenuti sul tema, in merito alla vicenda degli aumenti della tariffe e della gestione da parte del Comune di Monfalcone di tutta la questione della raccolta differenziata dei rifiuti.
Il Venni si erge a maestro e bacchetta i consiglieri che criticano le scelte della maggioranza Cisint che oggi ricadono sulle tasche dei cittadini.
Ora vorremmo ricordare che, non nell’altro secolo, ma nel 2007, la parte politica di Venni contestava la raccolta differenziata, introdotta da quelli di prima, arrivando addirittura a chiedere un referendum per impedire tale raccolta, per minare, insomma, la decisione di introdurre la raccolta differenziata di umido, secco, plastica e vetro a Monfalcone.
Titolo del referendum: “La raccolta differenziata dei rifiuti si può fare con vari metodi. A Monfalcone volete voi che sia effettuata con il sistema di raccolta a domicilio comunemente detto anche porta a porta?”.
Non basta. Nel 2016, su Il Piccolo del 21 novembre, Cisint dichiarava il sistema di raccolta differenziata “obsoleto” al punto che “il metodo ripudiato sarà, a medio termine, sostituito con uno nuovo: quello imperniato sulle piazzole ecologiche interrate”.
Devono essere state interrate molto bene, perché non ve n’è traccia.
A distanza di tanti anni cosa è cambiato rispetto all’introduzione della raccolta differenziata promossa da quelli di prima? Vasco al costo di 120.000 euro all’anno che disincentiva l’uso della differenziata e ne aumenta i costi, qualche cassonetto condominiale in più rispetto a quelli che già esistevano e un furgone ape che gira per raccogliere il non differenziato, un po’ come nascondere la polvere sotto il tappeto.
Ricordate poi il tubo soffiante per la pulizia delle strade che ancora oggi vediamo? Sempre nel 2016 Anna diceva: “non fa altro che spostare più in là la polvere, che finisce depositata sulle auto o sulle case vicine. Anche il sindaco Roberto Dipiazza, a Trieste, li ha eliminati, optando per un metodo aspirante”.
Idem come per le ecopiazzole interrate.
Circa invece la pulizia della città invitiamo Venni a camminare di più per Monfalcone e non solamente dal parcheggio dell’ex Pretura al Municipio, attraversando quella grande landa desolata che è oggi la piazza; dovesse ascoltarci gli consigliamo però di stare bene attento a dove mette i piedi, potrebbe scivolare su una cacca, qualche residuo di pizza oppure inciampare su una buca nei marciapiedi.
Red