“Ora basta” e ‘il titolo dell’ultima (non è un auspicio ma un dubbio, magari un temino l’avrà scritto a scuola) fatica letteraria della sindaca di Monfalcone, questo per i pochi che ancora non lo sapessero, dato che in queste ultime settimane siamo stati letteralmente inondati da post e dirette Facebook nonché varie apparizioni televisive dove viene reclamizzata l’uscita dell’opera.
Abbiamo anche letto del tour elettorale, ops! della tournée per la promozione editoriale del libro che avverrà nel nordest della penisola, non a caso territorio facente parte del collegio elettorale nel quale potrebbe candidarsi la nostra scrittrice.
Verrebbe spontaneo, visti gli innumerevoli impegni, chiedersi quanto tempo ancora rimane alla sindaca per gestire l’amministrazione della nostra città, ma si sa che “Parigi val bene una messa “o meglio Bruxelles val bene la gestione della città.
A ben vedere, della nostra bella cittadina e della sua comunità già da tempo alla nostra scrittrice in erba sembra poco importare, data l’immagine che se ne ricava dai suoi racconti durante le sue varie apparizioni mediatiche.
Monfalcone covo di integralisti islamici, Monfalcone dove non si rispetta la legge, Monfalcone luogo dove viene minacciata la civiltà occidentale, Monfalcone dove parte la crociata per liberare l’Italia dalla minaccia islamica, Monfalcone complice dei poteri forti che vogliono fare un “golp”, a Monfalcone abbiamo scoperchiato la pentola, Monfalcone bla bla bla…
Davvero un grande spot pubblicitario a favore della città, considerata una sorta di Fort Apache, assediata da orde di belligeranti tribù, che stoicamente resiste grazie al suo generale Custer più a nord del Mediterraneo.
Come non ipotizzare un futuro roseo a questa sorta di avamposto dell’identità italica, già si pregusta l’arrivo di migliaia di turisti per ammirare le perle etnico-culturali della città, come non aspettarsi investitori con le tasche piene di dollaroni pronti a “sganciare la grana“ per concludere gli affari del secolo nel luogo più redditizio del globo terraqueo.
Già li vediamo! Etnologi e sociologi, psicologi in massa riversarsi sulla mitica piazza, oasi adriatica nel deserto dei sentimenti, a studiare il fenomeno, roccaforte della libertà e punto di partenza del riscatto italico, Monfy per tutti, o quasi tutti.
Ora basta, già basta…ma basta cosa? Fermo restando che chiunque ha il diritto di scrivere libri e dargli il titolo che più le aggrada e dando per scontato che “la réclame “sia a spese della casa editrice, quello che invece stona è tutto quanto ruota intorno alla autrice, ovvero il prima e il dopo per Monfalcone.
Quale è e sarà il costo sociale che stiamo pagando e pagheremo? Quale sarà il futuro prossimo della convivenza tra abitanti di diversa provenienza e religione? Può prefigurarsi un eventuale scontro sociale tra minoranze e autoctoni, minoranze non accolte adeguatamente e quindi isolate e conseguentemente poco inclini all’integrazione?
Qualche dubbio nasce spontaneo e preoccupa chi vorrebbe un clima mite e sereno albergare tra le vie cittadine.
Ora basta! Si ora basta dobbiamo dirlo noi ma non con un libro (se serve anche, magari un semplice manifesto) ma con il cominciare a raccontare una storia diversa che si opponga alla cattiva narrazione attuale. Riportiamo il clima alla pacifica convivenza, diamo spazio alla diversità nella consapevolezza che ci si arricchisce nella molteplicità di genti non uguali, nella certezza che se diamo spazio ad usi e costumi e folclore a noi non avvezzi, avranno spazio le nostre tradizioni ed usanze. Non accettiamo passivamente i cattivi maestri che per interessi e che hanno il respiro corto, ci rubano il tempo così prezioso.
Le lancette della vita corrono, e il perdere istanti lunghissimi negli inganni della retorica e della propaganda fine a se stessa o subordinata alle velleità politiche di chicchessia ruba risorse preziose al sereno vivere che tutti ci meritiamo e auspichiamo.
Ora basta, sì basta, basta come dice la mamma stanca dei capricci del bimbo discolo, basta perché ora si volta pagina si ricomincia una storia nuova, lasciando da parte i miasmi degli egoismi arroganti che celano una fragilità infinita di chi in realtà dubita di sé stesso cercando affannosamente consenso effimero, perché effimero è il successo se non ha le basi solide della lealtà, della giustizia e dell’amore disinteressato per il prossimo e poi di noi stessi.
Ora basta che sia il titolo che daremo al nostro convivere pacificamente e rispettosamente senza se e senza ma, senza pregiudizi ma orgogliosi di quello che possiamo essere tutti insieme ai colori delle nostre storie, così diverse ma in fondo uguali.
Ora basta, ma davvero!
“Siamo tutti qualche pagina di un libro, ma di un libro che nessuno ha mai scritto e che invano cerchiamo negli scaffali della nostra mente “ (A.Baricco)
Giovanni Sonzini