Commissione Pari Opportunità, la lettera di una cittadina monfalconese

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera ricevuta da una cittadina presente alla riunione della Commissione Pari Opportunità di martedì 5 marzo.

Gentile Redazione,

sono una di quel gruppetto di donne che martedì pomeriggio ha assistito alla riunione della Commissione Pari Opportunità, convocata in occasione dell’avvicinarsi della Giornata internazionale della Donna, per presentare il programma di eventi pensato dal Comune di Monfalcone.

Mi è dispiaciuto che il programma fosse già stato deliberato dalla Giunta un paio di settimane prima e che la Commissione si fosse riunita solo per darne divulgazione.

Mi sarei aspettata un percorso contrario, cioè che il programma fosse ideato e discusso dai membri della Commissione Pari Opportunità in quanto organo che dovrebbe avere una connotazione non politicizzata, proprio per l’ambito di interesse e competenza trasversali e senza bandiere di appartenenza.

Il primo evento del programma riguarda una cerimonia di riconoscimento per le donne imprenditrici della città, su invito, come fatto l’anno scorso. Condivido questa buona idea, però mi chiedo perché non includere tutte le imprenditrici e non solo quelle “storiche”, proprio per incoraggiare queste giovani temerarie, a volte anche straniere, che nonostante la grave crisi economica che imperversa su una città dilaniata da tensioni sociali che aumentano ogni giorno, scelgono con coraggio Monfalcone per aprire la loro attività.

La seconda e anche ultima iniziativa del Comune è la proiezione in biblioteca di una pellicola che tratta delle spose bambine dello Yemen.

Previsto un dibattito per contestualizzare il film nella realtà di Monfalcone con la presenza di due avvocati, come specificato nella locandina ufficiale. Mi sembra che la scelta di questo film non sia casuale, da un po’ di mesi in città assistiamo alle dichiarazioni da parte della sindaca in persona, anche durante i Consigli comunali, di un preoccupante fenomeno di abbandono scolastico delle ragazze di origine straniera, lasciando intendere, ma il dubbio è d’obbligo, che potrebbero esser vittime di matrimoni combinati e forzati nel loro paese, il Bangladesh in questo caso. In Italia questo è un reato perseguito dal Codice penale e se ci fosse evidenza di questi fatti andrebbero denunciati agli organi di competenza, compreso il Garante per l’infanzia.

Non è un argomento di cui si può parlare senza un dato certo come se stessimo al bar con gli amici, credo.

Alla nuova richiesta di documentazione, già inoltrata per vie ufficiali tempo addietro da parte del consigliere Strukelj, che insieme alla consigliera Giurissa rappresentava l’opposizione, sull’abbandono scolastico e sulla necessità che il Comune si attivi con politiche studiate per arginare questo fenomeno se effettivamente confermato, la consigliera Valentina Cisint ha risposto che basta guardarsi intorno in città.

Come si faccia a rispondere pubblicamente con tanta superficialità su un argomento così serio, veramente io non posso capacitarmi.

Poi ha sostenuto che in una scuola del centro, nominandola, il Preside sarebbe andato “casa per casa” a cercare queste ragazze sparite dalle aule, senza la fortuna di trovarle.

Insomma, storie che preoccuperebbero seriamente chiunque, se solo avessero un fondo di verità, a mio modo di giudicare vista la gestione troppo leggera della cosa. Però sarebbe bene che si facesse chiarezza su queste affermazioni, per non creare falsi allarmismi.

In conclusione, ritengo molto deludente il programma del Comune di Monfalcone per celebrare la Giornata internazionale della Donna, ma consiglio a quanti si aspettavano qualcosa di più pertinente e di maggior spessore di spostarsi nei comuni vicini dove momenti belli, culturalmente interessanti ed altamente propositivi ce ne sono veramente tanti.

lettera firmata

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