Quando è triste essere facili profeti – Riflessioni sull’incidente in via Rosselli


Abbiamo letto poco fa dell’incidente che ha coinvolto un mezzo del TPL ed un privato cittadino nella centralissima via Rosselli, con danni alle persone ed ai veicoli, per non parlare delle interruzioni alla circolazione e dello spostamento di linee dei bus.

Purtroppo via Rosselli, da quando sono state attuate le previsioni progettuali relative al rifacimento della piazza e dei giardini, è in grande difficoltà.

Taxi, autobus, automobili private si trovano a percorrere e ad effettuare manovre di sosta in uno spazio estremamente ristretto e, come se non bastasse, la riduzione degli attraversamenti pedonali crea ulteriori situazioni di pericolo.

L’incidente di oggi purtroppo non può essere collocato nell’ambito della casualità. Sulle prevedibili difficoltà dell’arteria e sui potenziali rischi noi de “Il Monfalconese” avevamo lanciato un appello e ne avevamo ampiamente scritto ancora in febbraio del 2023 (nel numero 2), ovvero quando si sarebbe potuto ancora porre rimedio, ma purtroppo l’amministrazione è rimasta sorda alle richieste.

Clicca per vedere il pezzo di oggi su “Il Goriziano” .

Per questo motivo riteniamo oggi di dover riproporre il pezzo di febbraio.

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La nuova piazza ed il futuro della viabilità
(dal N°2 de “Il Monfalconese” – 27 febbraio 2023)

“L’urbanistica – in concreto: l’organizzazione dei manufatti umani sul territorio; i programmi urbani e territoriali; il loro funzionamento iniziale o progettato per il futuro; il dibattito su questi argomenti nelle varie sedi, dalla politica alla vita civile – è oggi in Italia una pratica esautorata, residuale nella prassi professionale e nella considerazione sociale” Queste le amare parole di Leonardo Benevolo, grande storico dell’architettura e dell’urbanistica, che introducono il suo ultimo e sconsolato testo “Il tracollo dell’urbanistica italiana”.

È una triste realtà di cui molti si rendono conto osservando le procedure scarsamente partecipate seguite nella realizzazione delle opere pubbliche; opere che non ci consentono di cogliere un qualsivoglia significato se non quello di celebrare il governante di turno con un forte, ma spesso negativo, “segno” sul territorio. A ciò purtroppo si accompagna la superficialità del dibattito sulle complessità dei territori e la grave incomprensione dei percorsi progettuali avviati nel corso del tempo, spesso vanificati senza pietà alcuna, così come per gli sforzi fatti in precedenza, per non parlare dello scarso rispetto per la scarsità delle risorse pubbliche.

Il nostro territorio non fa assolutamente eccezione e la scarsa considerazione per le tematiche pianificatore e progettuali, soprattutto in tema di viabilità, è purtroppo cosa nota a tutti i cittadini che percorrono il territorio Monfalconese.

Gran parte degli automobilisti ha potuto notare i dannosi risultati di questo modo di intendere la pianificazione e la progettazione territoriale: dalla micro-rotatoria con semaforo in centro a Fogliano-Redipuglia, che blocca completamente il traffico della vecchia provincia nelle ore di punta, alle due rotatorie a servizio delle attività commerciali, fatte realizzare dal comune di Monfalcone alle proprietà di due supermercati, che rendono inutilmente difficoltosa, e probabilmente anche più pericolosa, la viabilità da e verso Trieste.

Un nodo di cui potremo presto verificare gli esiti è però quello del progetto per la nuova piazza della città di Monfalcone che, con inusuale creatività, viene definito: “Riqualificazione del centro storico di Monfalcone – area di Piazza della Repubblica e aree limitrofe”.

In un tempo nemmeno troppo lontano, per “riqualificazione del centro” si sarebbe inteso soprattutto il rinnovamento del patrimonio edilizio pubblico e privato, magari assieme a quello del sistema della mobilità urbana. Ogni intervento avrebbe avuto l’obiettivo di condizionare e migliorare la qualità della vita dei cittadini, possibilmente tentando di modificare le caratteristiche della residenza più obsoleta con politiche di incentivazione al recupero.

Oggi, purtroppo, non è più così: si pensa di riqualificare il centro ridisegnando sul piano della piazza una vecchia rotatoria stradale di forma più o meno ovoidale utilizzando furbescamente i colori della pietra, oppure piantando manufatti dalla dubbia valenza storica, ma che sarebbero stati sicuramente degni delle attenzioni di Gillo Dorfles, come il cosiddetto “pilo” e l’ormai famoso “feràl”!

Probabilmente in alcuni tratti la piazza esistente avrebbe avuto bisogno di una cura, vista anche la spregiudicatezza con cui la pavimentazione è stata trattata negli ultimi anni, ma la realizzazione di questa opera “nuova” comporta una spesa decisamente sproporzionata al risultato, soprattutto se si tiene conto che il tessuto urbano circostante resterà identico ed i benefici per le attività economiche delle aree centrali sono ancora tutti da dimostrare.

Come è ben noto il primo lotto dell’intervento costerà infatti ai cittadini del nostro territorio ben € 3.400.000.- almeno secondo il progetto delle fasi 1 e 2 approvato dalla Giunta nel 2021 – a cui purtroppo andranno aggiunti altri 2.000.000.- per i lavori della fase 3.

Una delle questioni più rilevanti però, oltre a quella della destinazione dei fondi pubblici, è sicuramente quella del pesante intervento di riduzione della viabilità esistente, di cui nel dibattito pubblico si è ragionato davvero poco o nulla.

Con il progetto attuale infatti non ci si accontenta di ridisegnare Piazza della Repubblica, seguendo magari i citati criteri “identitari” ma mantenendo l’intervento all’interno del sedime del selciato esistente, si è voluto aggiungere spazio alla “grande piazza” togliendolo al sistema viario dell’incrocio Rosselli – Nove Giugno – Duca d’Aosta, ed eliminando contestualmente la viabilità accessoria che fino ad oggi ha funzionato da corsia riservata ai bus ed ai taxi.

Ora ci chiediamo: quali saranno le conseguenze di questa scelta? Nella Relazione Generale al progetto ben “sette righe” vengono riservate alla questione della viabilità.

Eccole: “Il progetto prevede delle modifiche di natura viabilistica portando su Via Fratelli Rosselli una corsia preferenziale per i bus e riducendo le due corsie per autovetture attuali ad una sola. L’attuale sedime stradale ha una larghezza media pari a 11,00 ml. Con questa previsione progettuale rimane un’unica adeguata corsia centrale per le autovetture pari a ml 5.40. Ciò comporta una riduzione naturale della velocità nel tratto in questione creando una zona a 30 km/h più propria per un centro Urbano. Ne deriva, in ogni caso una riduzione dei parcheggi che, disposti in linea, vengono descritti nelle Tav. A03 Planimetria Generale”.

Vala pena però rammentare come il PUMS “Piano Urbano della Mobilità Sostenibile”, adottato dalla stessa giunta comunale solo un anno prima, prevedesse sì la revisione dell’intersezione Nove Giugno – Rosselli -D’Aosta, e proponesse addirittura l’inversione del senso di marcia in via Nove Giugno, ma senza alcun accenno all’istituzione di zone 30, e tantomeno all’eliminazione della citata complanare di via Rosselli.

Dal nostro punto di vista non c’è ovviamente nulla da eccepire sull’istituzione di una nuova “zona 30”, ma è altrettanto ovvio che una tale operazione può esser fatta solo in un contesto complessivo di revisione della mobilità, con l’adozione di nuovi strumenti di pianificazione del traffico.

Certo, senza rivedere la mobilità in un contesto ben più ampio della sola via Rosselli, non è difficile immaginare il futuro, e purtroppo totale e definitivo, intasamento dell’asse viario. Si pensi solo alle manovre dei mezzi del trasporto pubblico in accostamento ed in partenza dalla banchina.

Nella manualistica di settore, e soprattutto nel Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada, si può leggere testualmente “La zona di fermata è suddivisa in tre parti: la prima e l’ultima di lunghezza pari a 12 m, necessarie per l’effettuazione delle manovre di accostamento al marciapiede e di reinserimento nel flusso di traffico da parte del veicolo; la zona centrale deve avere una lunghezza minima pari alla lunghezza, maggiorata di 2 m, del veicolo più lungo che effettua la fermata”.

Nella medesima letteratura si possono trovare anche indicazioni piuttosto precise per definire le distanze dalle intersezioni (incroci).

Purtroppo basteranno due bus in manovra per rendere difficile il transito al flusso veicolare ordinario, che risulterà ancor più complicato da eventuali automobili in manovra nei pochi parcheggi in linea rimasti sul lato opposto di via Rosselli.

E gli operatori del servizio dei TAXI? Anche questi in via Rosselli? No questi saranno messi davanti al monumento ai caduti ed usciranno, per fornire il loro servizio, dall’ultimo tratto di via della Pietà tra i bus in arrivo ed in partenza!

E pensare che la vecchia corsia riservata ai bus, quella sul lato opposto, era stata tolta con grande enfasi per aumentare i parcheggi e favorire così il commercio in centro!

Massimo Schiavo

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