Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera arrivata oggi alla nostra redazione
Gentile redazione,
nella Piazza Cavour di Monfalcone, in mezzo al mercatino natalizio, è comparsa una casetta di legno, come tutte le altre del mercatino, che dovrebbe essere il punto di ascolto per le donne vittime di violenza.
Speranzosa avevo letto un articolo del 21 novembre, sulla testata online de Il Goriziano, in cui la sindaca Cisint presentava le iniziative comunali in vista dell’imminente Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una ricorrenza, questo 25 novembre, sentita ancora di più per la straziante vicenda della giovane Giulia Cecchettin, che in tutti abbiamo sofferto.
Anche Cisint diceva di “…sentirsi vicina a tutte le donne e in generale a tutte le persone che nella loro vita hanno dovuto affrontare situazioni di violenza di vario genere”.
Un pensiero allargato, non sbagliato si intende, ma in questo contesto facilmente interpretabile forse come un tentativo di spostare un po’ l’attenzione dal problema reale e specifico della violenza agita dall’uomo contro la donna.
La giusta definizione è “violenza di genere”, chiamarla “violenza in genere” non focalizza quel problema con quel preciso bersaglio e quelle motivazioni molto spesso radicate nell’ antichissimo patriarcato, una teoria che poco piace alla Destra.
Tornando all’angusto luogo di ascolto piazzato nel mercatino, l’amministrazione l’ha voluta chiamare “casetta del fiocco rosso”, infatti un manifesto appiccicato all’esterno la rende riconoscibile, almeno da un lato, con indicato l’indirizzo mail “progettotiascolto 333@gmail.com” e un numero di cellulare. Nessun orario indicato ma “…dove si troveranno dei professionisti che offriranno la loro competenza”, ancora la sindaca nell’articolo.
Chiedo, ma davvero Monfalcone per le sue donne in difficoltà non riesce ad offrire niente di meglio di una piccola casetta prefabbricata in piazza che, forse e non sappiamo quando, aprirà il suo battente come fosse un chiosco mentre le donne all’esterno faranno la fila come per comprare una ciambella zuccherata?
Lettera firmata