Dunque è andata così: abbiamo perso.
E dico “abbiamo” perché credo sia giusto usare la prima persona plurale. Sì, perché al concorso internazionale “Communities in Bloom 2023”, che significa “Comunità in fiore”, ha partecipato Monfalcone, ovvero la nostra comunità, quella che vediamo ogni giorno quando usciamo di casa, quando incontriamo amici e parenti, quando ci riuniamo, discutiamo… quando votiamo.
Abbiamo perso.
Si può dire, non è una vergogna, non è un fallimento: è solo una presa d’atto.
Viene da chiedersi, però, come mai non ci sia stato nessun comunicato, nessuna conferenza stampa, nessuna diretta social, nessun articolone a nove colonne…. Niente: silenzio assoluto.
Eppure sappiamo tutti che la sconfitta rappresenta il risultato più probabile di ogni competizione, non per nulla ci insegnano ad affrontarla fin da bambini.
La vera domanda, che in verità ci siamo posti molti mesi fa, è: perché partecipare a una competizione che ci vede perdenti già in partenza? Perché investire dei denari pubblici (perché questo si è fatto) sapendo che Monfalcone non è una comunità in fiore?
Si pensava forse che quattro fioriere e qualche violetta pianata in extremis potessero inebriare l’intelletto di una giuria? Si pensava che una messa in scena e un “facite ammunia” ben orchestrato potessero confondere la commissione giudicante?
Ma soprattutto, si pensava davvero che Monfalcone potesse ambire a essere una comunità?
Suvvia, siamo seri!
Un po’ di cronaca.
Partecipavano 5 comunità.
Cinque… Ovvero: Ennis (Irlanda), Monfalcone (Italia), Podčetrtek (Slovenia), Sorradile (Italia) e Sejong City, (Corea del sud).
Ha vinto Sorradile, un comune sardo di 338 abitanti (dato al 30 giugno 2023, secondo Wikipedia), con una valutazione dei giudici che dice, tra le altre cose, che la “vera autenticità (di Sorradile, n.d.a.) sono le persone cordiali e meravigliose che condividono così prontamente i loro fantastici cibi, vino e ospitalità.”.
Capite? Le persone che condividono…
Sarebbe a dire che ha vinto la comunità di Sorradile. Proprio quella che ha perso a Monfalcone. Perché a Sorradile la comunità è tale perché “condivide”, questo dice la giuria.
A Monfalcone, grazie a una amministrazione che cerca continuamente un nemico al suo interno, le comunità, invece, si dividono.
Troppo facile commentare che una cosa sono 338 abitanti e altra sono 30.000.
Troppo facile, perché tutti sappiamo come sono andate le cose negli ultimi 7 anni, dove nulla si è fatto perché la città fosse unita, e tutti abbiamo osservato la patetica agitazione dei giorni precedenti la visita dei giudici.
Ma sappiamo bene che per costruire una comunità in grado di aver cura del suo territorio non è sufficiente aggiungere all’ultimo momento fioriere e nuovi fiorellini.
Una città veramente fiorita è il risultato di un impegno costante nel tempo. Richiede la collaborazione delle comunità, la pianificazione e la cura costante degli spazi pubblici. Di tutti gli spazi pubblici.
Una fioriera in stazione e un’ancora sistemata su una rotonda non ripagano lo stato di degrado di interi rioni della città. Ed è del tutto inutile riempire di petunie i vasetti del viale il giorno prima dell’esame, perché in questo caso bisognerebbe proprio dire che “stucco e pittura no fa sempre bella figura!” …
Abbiamo perso, e forse ognuno di noi ha una piccola parte di responsabilità, non tanto per essere poco “fioriti”, ma per essere troppo poco “comunità”.
E qualcuno, di questa responsabilità, ne ha un pezzetto un po’ più grande degli altri.
Bisognerebbe investire di più sulle persone, perché possano diventare comunità.
Le fioriere verranno dopo.